La psicologia cognitiva si avvale, per comprendere l’origine di comportamenti ed emozioni, di un modello di interpretazione della mente umana chiamato “modello ABC”. Il modello ABC prevede che ad ogni evento “A” seguano dei pensieri “B” e che a tali pensieri seguano le conseguenze emotive e comportamentali “C”.
Il nome ABC è l’acronimo della dicitura inglese delle sue componenti: A = Antecedents (antecedenti), B = Belifs (credenze, o pensieri) e C = Consequences (conseguenze, che sono sia emotive che comportamentali).
Secondo questo modello, e secondo la teoria cognitiva, i comportamenti e le emozioni derivano direttamente dai pensieri (B), che mediano quindi l’effetto che gli eventi hanno sulle nostre emozioni e sui nostri comportamenti. Imparando a gestire i nostri pensieri saremo quindi in grado di gestire i nostri comportamenti e le nostre emozioni.
Facciamo un esempio di come si può interpretare una situazione dal punto di vista soggettivo mediante il modello ABC. Mettiamo il caso che siamo in città e stiamo passeggiando, incrociamo una persona che conosciamo, un nostro collega. Cerchiamo di incrociare lo sguardo del collega per salutarlo, forse lo abbiamo incrociato, o almeno così ci sembra, ma lui non ci saluta, e neanche noi lo salutiamo. Ci sentiamo dispiaciuti (o arrabbiati, o in ansia, a seconda delle condizioni) per l’accaduto. Forse riteniamo di non essere graditi a quel collega. Mettiamo questi elementi nel modello ABC.
A: incontriamo un collega e lui non ci saluta, nonostante ci sembri che gli sguardi si siano incrociati.
B: pensiamo che non abbia voluto salutarci, che forse non siamo graditi a quel collega, se non mi vuole salutare non lo salutiamo neanche noi.
C: non lo salutiamo neanche noi, proviamo dispiacere.
Come vediamo la nostra emozione di dispiacere e il nostro mancato saluto derivano direttamente dai pensieri che facciamo riguardo l’accaduto, e non dall’accaduto in sé. Imparando a valutare la appropriatezza, la funzionalità e la veridicità dei nostri pensieri, delle nostre valutazioni, impariamo anche a modificare i nostri comportamenti e le nostre emozioni. Mettiamo, infatti, di avere la possibilità di modificare i nostri pensieri mediante la riflessione e il dialogo con una persona esperta, uno psicologo o uno psicoterapeuta. Potremmo considerare il fatto che magari nonostante gli sguardi si siano incrociati, il nostro collega potesse essere sovrappensiero e non si sia reso conto del nostro passaggio, in fondo sarà successo anche a noi ogni tanto. Oppure, potremmo considerare, che anche lui magari si aspettasse un saluto da parte nostra e adesso potrebbe essere dispiaciuto perché noi non lo abbiamo salutato, oppure semplicemente ritiene che noi noi fossimo sovrappensiero e non ci siamo resi conto del suo passaggio. In questo scenario la nostra emozione non sarà più di dispiacere, saremmo più sereni, e magari la prossima volta lo saluteremo noi per primi.
Ecco, ho introdotto la questione dei circoli viziosi. Le nostre reazioni emotive e comportamentali, a volte unitamente ai nostri pensieri, contribuiscono al ripresentarsi delle emozioni indesiderate. Questo avviene mediante tantissimi processi chiamati fattori di mantenimento. In questo caso ne prenderemo in considerazione solo uno: l’evitamento. A seguito dell’episodio appena descritto, ipotizziamo che che io non voglia più sperimentare questa sensazione di dispiacere e delusione e quindi, ogni volta che incontro quel collega (o magari anche altri, generalizzando) distolgo lo sguardo per non vivere nuovamente la frustrazione del “non essere salutati nonostante gli sguardi si siano incrociati”. Questo comportamento protettivo, di evitamento, ci porta però a mantenere sempre le stesse convinzioni (B) e quindi le stesse modalità di reazione agli eventi, in quanto non ci permette di falsificare tali pensieri.
Negli articoli sui disturbi specifici e sulle emozioni vedremo sia come i pensieri (B) siano di molte tipologie (credenze o conoscenze, obiettivi, ricordi, immagini, valutazioni e giudizi) sia altri meccanismo di mantenimento molto forti oltre all’evitamento.
La psicoterapia cognitivo comportamentale ci aiuta a cambiare i nostri pensieri e a spezzare i circoli viziosi in modo da acquisire nuove modalità di risposta comportamentale ed emotiva alle situazioni di vita.