Un grandissimo lavoro nello studio dei Traumi psicologici e della loro implicazione nella vulnerabilità ad una varietà di disturbi psicologici è stato condotto da Giovanni Liotti; le informazioni che riporto in questo articolo informativo sulla distinzione fra Trauma e Truma complesso sono trtte da Sviluppi Traumatici di Giovanni Liotti, 2011, Raffaello Cortina Editore.
Per il DSM-IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) il trauma è “l’esperienza personale diretta di un evento che causa o può comportare morte o altre minacce all’integrità fisica (propria o altrui)”. Inoltre la definizione di trauma psicologico deve essere estesa a includere aspetti relazionali: minacce gravi non all’integrità fisica di un organismo ma al tessuto delle sue relazioni. E’ considerato trauma psicologico l’essere presenti a “un evento che comporta morte, lesioni o altre minacce all’integrità fisica di un altra persona; o il venire a conoscenza della morte violenta o inaspettata, di grave danno o minaccia di morte o lesioni sopportate da un membro della famiglia o da altra persona con cui si è stretta una relazione”.
La risposta al trauma comprende “paura intensa, sentimenti di impotenza o di orrore”, costituisce un evento percepito soggettivamente come “emotivamente non sostenibile”. L’aspetto di impotenza è centrale, sembra infatti che sia la possibilità di reagire efficacemente ad una minaccia che segna il limite fra esperienza pur negativa e trauma.
Per evento traumatico si intende un evento stressante, dal quale non ci si può sottrarre, che sovrasta le capacità di resistenza dell’individuo. Dunque un fatto isolato, grave ed estremo (per esempio un terremoto, una violenza sessuale, un incidente stradale), o una circostanza più duratura ma sempre circoscritta nel tempo (per esempio, i mesi di prigionia durante la guerra).
Per “traumi complessi”, distinti dai traumi singoli, si intendono eventi traumatici multipli che si ripetono in intervalli di tempo prolungati. I traumi complessi sono tipicamente di tipo interpersonale, come gli abusi e i maltrattamenti inflitti all’interno di relazioni alle quali la vittima non può sottrarsi: tali sono, per esempio, le relazioni fra la vittima e i suoi carnefici in un carcere in cui si pratichi la tortura, o le relazioni fra un bambino e un genitore maltrattante.
L’espressione “sviluppo traumatico” si riferisce a condizioni stabili di minaccia soverchiante da cui è impossibile sottrarsi che costellano, ripetendosi con effetti cumulativi, ampi archi di tempo dello sviluppo individuale (per esempio, le condizioni di violenza e trascuratezza ripetute a cui è esposto per anni un bambino che cresce in una famiglia maltrattante). Lo sviluppo traumatico è l’esempio più frequente e importante di trauma complesso.
L’effetto del trauma complesso, verosimilmente, è particolarmente grave se esso si verifica durante il periodo di maturazione della personalità. Interferendo con lo sviluppo delle capacità di autoregolazione psico-biologica, di adattamento all’ambiente interpersonale e di costruzione dell’immagine di sé, il trauma complesso dell’infanzia e dell’adolescenza può provocare, oltre ai classici sintomi del DPTS (Disturbo post traumatico da stress), anche deficit nella regolazione delle emozioni, impulsività, gravi problemi relazionali, somatizzazioni, dissociazioni fra stati dell’io e alterazione dell’identità. A questo quadro clinico si dovrebbe dunque applicare il nome di DPTSc (Disturbo post traumatico da stress, complesso).
Talvolta Traumi semplici e Traumi complessi non portano esiti psicopatologici, per fortuna il nostro sistema mente-corpo è dotato di una qualità, la resilienza, che ci permette di adattarci alle avversità e riprendere il nostro percorso di sviluppo o il perseguimento dei nostri scopi di vita in modo funzionale. Altre volte i traumi e i Traumi complessi lasciano esiti patologici, inquadrabili con un assessment da parte di uno psicologo o uno psichiatra.
Il lavoro dello psicoterapeuta con gli esiti patologici di vissuti traumatici, semplici o complessi che siano, è un lavoro molto delicato che spesso si avvale di un ampio numero di tecniche. In alcuni casi è particolarmente consigliato un parallelo percorso farmacologico la cui opportunità deve essere valutata da uno psichiatra.