Il modello cognitivo del panico prevede che il panico sia innescato da una determinata sequenza di eventi in successione circolare (un circolo vizioso).
Il processo inizia con uno stimolo scatenante, interno o esterno. Questo stimolo induce nel soggetto la percezione di una minaccia incombente, che crea di conseguenza ansia. L’ansia è caratterizzata da determinate sensazioni somatiche e mentali (aumento del ritmo cardiaco, confusione mentale ecc.) che il soggetto interpreta in modo catastrofico come segnale di pericolo reale e presente (di morte, impazzimento, perdita di controllo). La percezione di questo pericolo reale alimenta a sua volta l’ansia e le relative sensazioni somatiche, dando vita al circolo vizioso che culmina con il vero e proprio attacco di panico. Le sensazioni, che interpretate in modo catastrofico innescano il circolo vizioso, non sono sempre quelle provocate dall’ansia, ma anche da altre emozioni (come per esempio la rabbia) oppure sensazioni dovute a stanchezza, caffeina, condizioni di luminosità particolari. Quindi, il circolo vizioso del panico può essere innescato a) da uno stimolo scatenante che induce direttamente la percezione di minaccia e quindi l’ansia, come spiegato precedentemente, b) da sensazioni somatiche o mentali innocue fisiologiche che vengano interpretate in modo catastrofico, c) da altre emozioni e le relative sensazioni somatiche e mentali d) direttamente da pensieri catastrofici. Questo spiega il perché le persone che soffrono di attacchi di panico, li vivono in una gamma di situazioni potenzialmente infinita, come si dice “a ciel sereno”.
Anche se varie emozioni possono provocare sensazioni che, interpretate in modo catastrofico, innescano il circolo vizioso del panico, l’emozione che caratterizza il circolo vizioso è l’ansia. L’ansia è uno stato emotivo caratterizzato da apprensione ed agitazione dovuto alla percezione di una minaccia imminente. Il panico, come esito del circolo vizioso che comprende l’ansia, emotivo caratterizzato da un senso di estrema paura di impazzire, perdere il controllo o morire dovuto alla percezione di una minaccia in atto.
Per effettuare una diagnosi di disturbo da attacchi di panico (con o senza agorafobia, che non descriverò in questo articolo) è necessaria una valutazione specialistica da parte di uno psicologo, psicoterapeuta o psichiatra.
La psicoterapia cognitivo comportamentale ha elaborato una moltitudine di tecniche per fronteggiare il disturbo da attacchi di panico con ottimi risultati. In alcuni casi è però necessario rivolgersi anche al medico per gestire i sintomi mediante farmaci specifici.