In psicologia dello sviluppo con il termine resilienza si intende quel fattore di protezione che può garantire uno sviluppo adeguato anche in situazioni con alta predisposizione allo sviluppo di disagio psichico. La resilienza si configura operativamente come la capacità dell’individuo di reagire alle situazioni critiche della vita, minacciose, di fallimento, ansiogene, stressanti, potenzialmente traumatiche, in modo da riorganizzare la propria la propria vita da un punto di vista comportamentale e motivazionale.
La capacità delle persone con una buona resilienza non è quella di non provare emozioni negative in tali situazioni critiche di vita, neppure di dimenticarle, e neanche di evitarle a priori. La capacità di resilienza permette alla persona di configurarsi funzionalmente in uno scenario aggiornato del reale, mantenendo un livello di funzionamento ottimale e orientato alla soddisfazione dei propri scopi. La resilienza è quindi una competenza chiave per il benessere psicologico di ogni individuo.
Facciamo un esempio pratico. Sono a scuola, durante la ricreazione un mio compagno di classe ha comportamenti aggressivi nei miei confronti spingendomi e impedendomi di vivere serenamente la mia socialità e il momento di distrazione. Anche in aula mi sento vessato da commenti riguardanti la mia personalità e i miei comportamenti, apparentemente a lui non graditi. Le occasioni di incontro extrascolastiche si presentano raramente, anche visti i presupposti appena ipotizzati. In questa situazione come potremmo prevedere lo sviluppo delle mie abilità sociali e di crescita personale? È generalmente condiviso dalla maggior parte di psicologi e pedagogisti che il modo in cui io guardo a questi accadimenti, le reazioni che ne conseguono, i pensieri e le emozioni che scaturiscono in me, determinano in gran parte l’effetto che questi vissuti avranno sul mio sviluppo, sulla mia vita. Emozioni negative che seguono episodi come quelli appena riportati, sono naturali e auspicabili, ma dopo che le ho provate cosa penso? Potrei pensare che non sono desiderabile, oppure che non sono desiderato da quel compagno. Posso pensare che non avrò mai abilità sociali e soddisfazioni relazionali oppure potrò pensare che sono in grado di realizzarmi ugualmente. Posso pensare di essere in una situazione senza scampo oppure potrò elaborare o imparare strategie per gestire queste situazioni. Posso accettare il fallimento di una relazione fra pari ma non generalizzare e vedersene quindi aprire altre. Posso pensare che se non sono amico di quel mio compagno allora non valgo niente oppure posso pensare che ognuno ha il diritto di ricercare la propria realizzazione sociale dove meglio crede, anzi che pensare solo a dove questa è fallita. Questo è solo un esempio di come si può reagire alle delusioni in modi differenti, alcuni modi di reagire portano a sofferenze profonde che possono cronicizzarsi (a volte, sia chiaro) altri modi di reagire invece ci forniscono una possibilità di realizzazione e di crescita, di benessere psico-sociale. Capacità di resilienza sono centrali in molti aspetti della nostra vita, in generale ogni volta che dobbiamo fronteggiare un momento di sofferenza le nostre abilità di resilienza sono chiamate in causa permettendoci o meno di prendere questa occasione di crescita.
Le competenze che permettono di far fronte a situazioni negative possono essere considerate (e generalmente sono) innate, ma le abbiamo tutti e possono essere modificate durante lo sviluppo, o potenziate anche in età adulta. La resilienza non è quindi una caratteristica non-mutevole, sebbene mostri una certa costanza nel ciclo di vita. La capacità di resilienza nel suo complesso è quindi il risultato di predisposizioni biologiche ma anche di esperienze vissute lungo l’intero arco di vita. La resilienza si delinea quindi come una competenza a base multidimensionale, biologica ed esperienziale, che gioca un ruolo in situazioni critiche di varia natura, sia intrapsichiche sia relazionali e sociali.
Come si può aumentare la propria resilienza? I percorsi da intraprendere e le tecniche da utilizzare per sviluppare la propria resilienza dipendono naturalmente da persona a persona e devono essere valutati vari fattori: il livello di sviluppo (età, in genere), le condizioni di vita lavorative e relazionali, le competenze già acquisite, la condizione clinica ed eventuali sofferenze rilevanti, gli obiettivi personali di vita, la personalità. Per affrontare in maniera mirata ed intensiva la questione dello sviluppo della resilienza si devono valutare tutti gli aspetti appena riportati. Gli interventi, comunque, sebbene progettati ed adattati alla persona specifica, fanno perno su alcuni principi fondanti: lo sviluppo di abilità nella gestione dei propri obiettivi di vita e l’elaborazione di strategie per raggiungerli, l’abilità di definire delle proprie priorità; il rafforzamento della consapevolezza della propria identità scoprendo nuove passioni , possibilità, competenze e di mettere impegno nella loro espressione; l’acquisizione di abilità nella gestione delle proprie emozioni e dei propri comportamenti mediante la valutazione di punti di vista alternativi dai quali osservare ciò che ci accade.